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Nietzsche. La filosofia della Mangusta - Capitolo VIII

De: Zap Mangusta
Narrado por: Zap Mangusta
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  • Resumen

  • Perché abbiamo bisogno di Nietzsche oggi? Perché abbiamo bisogno di qualcuno che ci travolga con la sua passione. Perché ama la musica e scrive divinamente. Perché è lungimirante: dice che siamo governati dal Caos e non dalla Ragione e sinché ci ostineremo a pensare il contrario continueremo a stupirci del fatto che le cose non vadano nel modo "giusto". Perché se la prende con la "religione del lavoro" che ci fa consumare un'enorme quantità di forza nervosa che finiamo col sottrarre all'amore e a tutte le nostre emozioni più vere. Perché ci grida in faccia di fermarci a riflettere: che stiamo obbedendo come un "gregge" agli imperativi di una società che ci chiede di fare tutto ciò che vuole, senza farci troppe domande. Perché è vero che è morto folle, ma è meglio che viverci in quel modo.

    • Episodio 1 - Attenzione, maneggiare con cura!
    • Episodio 2 - Mister dinamite
    • Episodio 3 - Biografia di un figlio di "buonadonna"
    • Episodio 4 - Le sue opere esplosive: Slanci di lampante intuizione
    • Episodio 5 - La vita non è più una tragedia
    • Episodo 6 - Oltreumano, non oltremondano
    • Episodio 7 - I 4 Grimaldelli di Nietzsche
    • Episodio 8 - Nietzsche sotto le sue superdonne
    • Episodio 9 - Röcken man ovvero Nietzsche e il rock
    • Episodio 10 - Questo tempo si addice a Nietzsche?
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Episodios
  • Attenzione, maneggiare con cura!

    Attenzione, maneggiare con cura!

    La filosofia della Mangusta 08.01
    Oct 26 2021

    Capitolo VIII - Nietzsche

    Perché abbiamo bisogno di Nietzsche oggi? Perché abbiamo bisogno di qualcuno che ci travolga con la sua passione. Perché ama la musica e scrive divinamente. Perché è lungimirante: dice che siamo governati dal Caos e non dalla Ragione e sinché ci ostineremo a pensare il contrario continueremo a stupirci del fatto che le cose non vadano nel modo "giusto". Perché se la prende con la "religione del lavoro" che ci fa consumare un'enorme quantità di forza nervosa che finiamo col sottrarre all'amore e a tutte le nostre emozioni più vere. Perché ci grida in faccia di fermarci a riflettere: che stiamo obbedendo come un "gregge" agli imperativi di una società che ci chiede di fare tutto ciò che vuole, senza farci troppe domande. Perché è vero che è morto folle, ma è meglio che viverci in quel modo.

    Episodio 1 - Attenzione, maneggiare con cura!

    È opinione comune che Nietzsche sia un filosofo difficile da scrivere (ci sono ben cinque consonanti consecutive) e da leggere, ma non è vero. Il suo pensiero può apparire oscuro ad un primo approccio perché il filosofo ama utilizzare metafore e simbologie per descrivere i concetti.

    Tuttavia si deve fare AT-TEN-ZIO-NE a non maneggiarlo con troppa disinvoltura, poiché ascoltando le parole di Nietzsche si corre il rischio di venire travolti dalla straordinaria passione e lungimiranza di un pensatore tanto enigmatico quanto efficace. Che sarà definito ateo, mistico, individualista, anarchico, di simpatie naziste e antimetafisico, nemico di Socrate e di Platone, distruttore di valori, sostenitore del nichilismo e molto altro. Senza che sia stato niente di tutto questo. Ma molto di più.

    Quello che è certo è che Nietzsche è un filosofo troppo "avanti" per la sua epoca, troppo complesso per chi non ha più tempo per capire e troppo rivoluzionario per chi non ha il coraggio di cambiare. Tuttavia dopo aver ascoltato il tourbillon della sua vita, i suoi disagi, le sue passioni, il suo pensiero, è impossibile non rimanerne "toccati" e continuare a fare le stesse cose di prima, come se niente fosse accaduto: perché lui ci grida in faccia di fermarci a riflettere perché rischiamo di gettare via la parte più "pura" della nostra esistenza, per ingabbiarci "in comportamenti anonimi e ripetitivi". Al punto che ormai la nostra vita è diventata del tutto prevedibile, poiché i nostri valori si sono cristallizzati, sono diventati statici e opprimenti.

    Ci dice insomma che stiamo obbedendo come un "gregge" inerte agli imperativi di una società che ci chiede di fare tutto quello che vuole lei, senza farci troppe domande. Lo fa attraverso i predicatori del progresso che, pagati da mercanti lungimiranti, ci dicono per filo e per segno come dobbiamo comportarci e cioè lavorare, produrre, consumare e poi morire, possibilmente senza dare troppo fastidio. Ma noi dobbiamo ribellarci a questa dittatura della ragione, che annulla tutti i nostri desideri e umilia la nostra indipendenza. E che ci fa consumare, grazie al lavoro e alla irreggimentazione sociale, una straordinaria quantità di forza nervosa che finiamo col sottrarre alla riflessione, all'amore, ai sogni e a tutte le nostre emozioni più vere. Scusate se è poco.

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    26 mins
  • Mister dinamite

    Mister dinamite

    La filosofia della Mangusta 08.02
    Oct 26 2021

    Capitolo VIII - Nietzsche

    Perché abbiamo bisogno di Nietzsche oggi? Perché abbiamo bisogno di qualcuno che ci travolga con la sua passione. Perché ama la musica e scrive divinamente. Perché è lungimirante: dice che siamo governati dal Caos e non dalla Ragione e sinché ci ostineremo a pensare il contrario continueremo a stupirci del fatto che le cose non vadano nel modo "giusto". Perché se la prende con la "religione del lavoro" che ci fa consumare un'enorme quantità di forza nervosa che finiamo col sottrarre all'amore e a tutte le nostre emozioni più vere. Perché ci grida in faccia di fermarci a riflettere: che stiamo obbedendo come un "gregge" agli imperativi di una società che ci chiede di fare tutto ciò che vuole, senza farci troppe domande. Perché è vero che è morto folle, ma è meglio che viverci in quel modo.

    Episodio 2 - Mister dinamite

    Nietzsche è un filosofo di grande impatto. Non potrebbe essere altrimenti per un tipo che dice "Io sono dinamite". Resta da stabilire il motivo del successo che ha avuto nel tempo. Proviamo a capire. La sua "filosofia" si differenzia dalle altre per la sua spregiudicata originalità rispetto alla tradizione del pensiero occidentale. È passionale e travolgente. Analizza i "topos" della nostra cultura e li demolisce uno ad uno.

    Inizia dalla tragedia classica. Che nel mondo greco era un rito importante, uno specchio della coscienza collettiva, una sorta di seduta psicanalitica. Nietzsche afferma che Euripide l'ha tradita. Lui e Socrate col suo degno compagno Platone hanno sostituito i valori del Caos con quelli del "bene e della ragione". Quel "manipolo di criminali", insieme ai paladini del Cristianesimo, ha creato un disastro. Ha defenestrato Dioniso il dio del Caos e l'ha cacciato in un angolo "voltando così le spalle all'imprevedibilità della vita, per rifugiarsi tra le braccia del conformismo". L'animalità dell'istinto ha lasciato il campo alla razionalità, gli eccessi alla misura e la sostanza si è arresa alla forma. In questo modo hanno ingabbiato le passioni dentro gli schemi di una vita mediocre, priva di emozioni forti, annacquata da sentimenti moralistici quando invece noi siamo naturalmente figli del Caos e del Pòlemos, dello scontro continuo tra il Bene e il Male.

    Non solo, siamo anche schiacciati dalla Storia con i suoi esempi di personaggi "troppo alti". Dobbiamo reinterpretarla: la Storia deve insegnarci a vivere il presente, non a rimpiangere il passato. Ma la sua opera demolitrice continua. Dice che i cristiani hanno ribaltato la morale alterando la gerarchia degli antichi valori. Un tempo i "nobili di spirito" seguivano una morale valorosa che sanciva una trionfale affermazione della vita: coraggio, forza, salute erano valori che potevano seguire solo pochi. La massa non riuscendo a praticare sentimenti così alti ha messo in atto una "morale del risentimento". Che è riuscita a trasformare in vizi le virtù dei nobili e in virtù le vigliaccherie dei più deboli. "Questo sovvertimento è nato dall' invidia" e la "morale dei deboli" grazie alla propaganda dei tanti sacerdoti ha finito in breve col soppiantare la morale dei più forti. Senza alcuna giustificazione perché "Dio è morto". E con questa affermazione ribalta anche la visione cosmologica del mondo, secondo cui la Natura sarebbe opera divina. Per Nietzsche non è così: la natura esiste da sempre, è priva di ordine e non ha alcuno scopo. Gli uomini possono contare solo sulle loro forze. La natura è indifferente. Rispettare la morale perciò non ha alcun senso. Il suo pensiero è davvero "dinamite" e non potrà che mettere sotto pressione le coscienze di tutto il mondo.

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    28 mins
  • Biografia di un figlio di "buonadonna"

    Biografia di un figlio di "buonadonna"

    La filosofia della Mangusta 08.03
    Oct 26 2021

    Capitolo VIII - Nietzsche

    Perché abbiamo bisogno di Nietzsche oggi? Perché abbiamo bisogno di qualcuno che ci travolga con la sua passione. Perché ama la musica e scrive divinamente. Perché è lungimirante: dice che siamo governati dal Caos e non dalla Ragione e sinché ci ostineremo a pensare il contrario continueremo a stupirci del fatto che le cose non vadano nel modo "giusto". Perché se la prende con la "religione del lavoro" che ci fa consumare un'enorme quantità di forza nervosa che finiamo col sottrarre all'amore e a tutte le nostre emozioni più vere. Perché ci grida in faccia di fermarci a riflettere: che stiamo obbedendo come un "gregge" agli imperativi di una società che ci chiede di fare tutto ciò che vuole, senza farci troppe domande. Perché è vero che è morto folle, ma è meglio che viverci in quel modo.

    Episodio 3 - Biografia di un figlio di "Buonadonna"

    Questo inquieto professore di filologia, con quei baffoni folti che sembrano aggiustati con le eliche di un bimotore, ha avuto una vita davvero singolare. Figli di pastori protestanti, alla morte del padre cresce in un ambiente di sole donne e forse per questo si lega a uomini più anziani ma centrati psicologicamente, come Jacob Burchard e Richard Wagner. Da giovane non è certo un leader, è gracile, pedante, tormentato da emicranie, teme di morire alla stessa età del padre, a 36 anni. Sulle donne fa colpo. Ma in negativo. Regala loro poesie e componimenti, le fa scappare.

    Tuttavia, intorno ai 18 anni, qualcosa cambia. Incontra la filosofia e comincia a pensare con la sua testa, diventando critico sul cristianesimo. La sua presunta mitezza appare una maschera di convenienza, poiché negli scritti scarica tutta la rabbia che ha dentro. Così a 20 anni trova il coraggio di dire alla mamma che vuol abbandonare la teologia per la filologia. E che non si sente più un cristiano. La mamma è dispiaciuta, ma accetta. Si dedica alla musica e compone. Grazie all'intercessione di tal professor Ritschl che lo prende in simpatia, gli viene offerta una cattedra di lingua e letteratura greca all'Università di Basilea.

    Accetta ma la cosa che lo appassiona di più in quel momento è il legame che stringe coi Wagner. Nietzsche è affascinato dal maestro e incantato dalla sua compagna Cosima. Diventa il loro factotum: una volta il maestro lo manda a comprare un paio di mutande di seta rosa per lui. Nietzsche è così preso dalla coppia che pensa di abbandonare la cattedra per seguirli nei loro impegni. L' insegnamento quotidiano lo sfibra. Decide che è il momento di diventare professore di filosofia. Scrive al Rettore e si candida alla cattedra dell'Ateneo, pur non avendone i requisiti.

    Per tutta risposta il Rettore gli assegna una vacanza. Ne approfitta per dedicarsi alla "Nascita della tragedia". L'edizione di 1000 copie va esaurita. Le cose sembrano mettersi al meglio ma il libro non ottiene l'effetto sperato. Anzi, gli danneggia la carriera. Ritschl critica pesantemente lo scritto. C'è da capirlo: il nuovo docente mette sottosopra l'intero mondo classico, se la prende con Socrate, dice che Euripide ha distrutto la tragedia. E come se non bastasse incensa Wagner che è un po' come se un ordinario di filologia in un suo testo distruggesse Socrate per seguire in tournee i Queen.

    L'Accademia lo giudica sospetto, Nietzsche deluso medita di abbandonare l'insegnamento per dedicarsi alla causa wagneriana. Dall'anno dopo il suo stato di salute peggiora. E a soli 30 anni il "giovane" Nietzsche è già un uomo seriamente malato (forse per un'infezione dovuta alla sifilide) con una situazione professionale incerta e una vita affettiva molto precaria. Non è granché.

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    38 mins

Lo que los oyentes dicen sobre Nietzsche. La filosofia della Mangusta - Capitolo VIII

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