Muestra
  • Biografia di un figlio di "buonadonna"

  • De: Zap Mangusta
  • Narrado por: Zap Mangusta
  • Oct 26 2021
  • Italiano
  • Duración: 38 mins
  • Podcast

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Biografia di un figlio di "buonadonna"

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  • Resumen

  • Capitolo VIII - Nietzsche

    Perché abbiamo bisogno di Nietzsche oggi? Perché abbiamo bisogno di qualcuno che ci travolga con la sua passione. Perché ama la musica e scrive divinamente. Perché è lungimirante: dice che siamo governati dal Caos e non dalla Ragione e sinché ci ostineremo a pensare il contrario continueremo a stupirci del fatto che le cose non vadano nel modo "giusto". Perché se la prende con la "religione del lavoro" che ci fa consumare un'enorme quantità di forza nervosa che finiamo col sottrarre all'amore e a tutte le nostre emozioni più vere. Perché ci grida in faccia di fermarci a riflettere: che stiamo obbedendo come un "gregge" agli imperativi di una società che ci chiede di fare tutto ciò che vuole, senza farci troppe domande. Perché è vero che è morto folle, ma è meglio che viverci in quel modo.

    Episodio 3 - Biografia di un figlio di "Buonadonna"

    Questo inquieto professore di filologia, con quei baffoni folti che sembrano aggiustati con le eliche di un bimotore, ha avuto una vita davvero singolare. Figli di pastori protestanti, alla morte del padre cresce in un ambiente di sole donne e forse per questo si lega a uomini più anziani ma centrati psicologicamente, come Jacob Burchard e Richard Wagner. Da giovane non è certo un leader, è gracile, pedante, tormentato da emicranie, teme di morire alla stessa età del padre, a 36 anni. Sulle donne fa colpo. Ma in negativo. Regala loro poesie e componimenti, le fa scappare.

    Tuttavia, intorno ai 18 anni, qualcosa cambia. Incontra la filosofia e comincia a pensare con la sua testa, diventando critico sul cristianesimo. La sua presunta mitezza appare una maschera di convenienza, poiché negli scritti scarica tutta la rabbia che ha dentro. Così a 20 anni trova il coraggio di dire alla mamma che vuol abbandonare la teologia per la filologia. E che non si sente più un cristiano. La mamma è dispiaciuta, ma accetta. Si dedica alla musica e compone. Grazie all'intercessione di tal professor Ritschl che lo prende in simpatia, gli viene offerta una cattedra di lingua e letteratura greca all'Università di Basilea.

    Accetta ma la cosa che lo appassiona di più in quel momento è il legame che stringe coi Wagner. Nietzsche è affascinato dal maestro e incantato dalla sua compagna Cosima. Diventa il loro factotum: una volta il maestro lo manda a comprare un paio di mutande di seta rosa per lui. Nietzsche è così preso dalla coppia che pensa di abbandonare la cattedra per seguirli nei loro impegni. L' insegnamento quotidiano lo sfibra. Decide che è il momento di diventare professore di filosofia. Scrive al Rettore e si candida alla cattedra dell'Ateneo, pur non avendone i requisiti.

    Per tutta risposta il Rettore gli assegna una vacanza. Ne approfitta per dedicarsi alla "Nascita della tragedia". L'edizione di 1000 copie va esaurita. Le cose sembrano mettersi al meglio ma il libro non ottiene l'effetto sperato. Anzi, gli danneggia la carriera. Ritschl critica pesantemente lo scritto. C'è da capirlo: il nuovo docente mette sottosopra l'intero mondo classico, se la prende con Socrate, dice che Euripide ha distrutto la tragedia. E come se non bastasse incensa Wagner che è un po' come se un ordinario di filologia in un suo testo distruggesse Socrate per seguire in tournee i Queen.

    L'Accademia lo giudica sospetto, Nietzsche deluso medita di abbandonare l'insegnamento per dedicarsi alla causa wagneriana. Dall'anno dopo il suo stato di salute peggiora. E a soli 30 anni il "giovane" Nietzsche è già un uomo seriamente malato (forse per un'infezione dovuta alla sifilide) con una situazione professionale incerta e una vita affettiva molto precaria. Non è granché.

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