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  • Socrate, Il grande enigma

    Socrate, Il grande enigma

    La filosofia della Mangusta 02.01
    Oct 26 2021

    Capitolo II - Socrate

    Perché abbiamo bisogno di Socrate, oggi? Per imparare a pensare. Per diventare capaci di farci le domande giuste. Per difenderci. E non farci influenzare dai media, dalle mode e dalla propaganda. Per sviluppare in modo autonomo il nostro pensiero, anche se non è in linea con le opinioni della maggioranza. Per diventare coerenti, più consapevoli dei nostri comportamenti. Per avvicinarci alla verità. Per tutelare la nostra privacy e le nostre diversità. Per accrescere la fiducia in noi stessi. Perché sotto la sua guida tutti possiamo diventare filosofi. Per superare i regionalismi; Socrate era un pensatore "globale" che a chi gli chiedeva da dove provenisse, rispondeva: "Non sono un cittadino di Atene, ma un cittadino del mondo".

    Episodio 1 - Socrate, il grande enigma

    Socrate è uno tra i più importanti filosofi di sempre. Se formassimo una piramide di barattoli con inciso su ognuno di essi il nome di un filosofo, il nome Socrate non potrebbe certo essere eliminato, perché crollerebbe l'intera storia del pensiero. Ma chi era veramente Socrate? Non è facile stabilirlo. Anzitutto perché non ha scritto nulla, ma anche perché su di lui si sono concentrate varie fonti, da Senofonte ad Aristotele, da Aristofane a Policrate. Ognuno ne ha dato un'immagine diversa. Ma è soprattutto Platone a parlarcene nei suoi bellissimi "Dialoghi", idealizzandolo però eccessivamente.

    È utile conoscere le sue origini per delinearne più correttamente la figura. Senz'altro sapere che è figlio di un marmista e di una levatrice aiuta sia a comprendere la natura del suo carattere che a capire anche da dove provenga il suo metodo d'approccio alla conoscenza, la famosa ironia socratica. Anche la città in cui è vissuto, l'Atene del V sec a.C., influenza non poco il suo il pensiero. All'epoca infatti si viveva nella polis, un agglomerato urbano che aveva al suo centro una grande piazza, l'Agorà, dove i cittadini si potevano incontrare. La polis era sormontata da un'Acropoli, in cui ogni tanto ci si ritrovava per affrontare i temi più importanti. La vita ateniese si svolgeva dunque in questi luoghi dove ci si incontrava e si parlava, si parlava, si parlava...

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  • So di non sapere

    So di non sapere

    La filosofia della Mangusta 02.02
    Oct 26 2021

    Capitolo II - Socrate

    Perché abbiamo bisogno di Socrate, oggi? Per imparare a pensare. Per diventare capaci di farci le domande giuste. Per difenderci. E non farci influenzare dai media, dalle mode e dalla propaganda. Per sviluppare in modo autonomo il nostro pensiero, anche se non è in linea con le opinioni della maggioranza. Per diventare coerenti, più consapevoli dei nostri comportamenti. Per avvicinarci alla verità. Per tutelare la nostra privacy e le nostre diversità. Per accrescere la fiducia in noi stessi. Perché sotto la sua guida tutti possiamo diventare filosofi. Per superare i regionalismi; Socrate era un pensatore "globale" che a chi gli chiedeva da dove provenisse, rispondeva: "Non sono un cittadino di Atene, ma un cittadino del mondo".

    Episodio 2 - So di non sapere

    Nella favolosa "età di Pericle" le guerre non erano state messe al bando e Socrate si era arruolato come soldato, distinguendosi peraltro in molte azioni coraggiose. Tuttavia non sono né la guerra né la politica ad appassionarlo, ma la conoscenza dell'animo umano. La politica ricambia la sua ostilità, ma purtroppo anche gli sviluppi della cultura non lo favoriscono; Socrate infatti vive al tempo dei sofisti, gente arguta e dalla lingua sciolta, capace di appoggiare qualsiasi causa, purché a pagamento. Lui se ne va in giro scalzo per la polis ad abbordare persone con cui poter conversare. E, per quanto sia stato allievo del nobile Archelao e di Anassimandro, un raffinato conoscitore del cosmo e dei suoi movimenti, vedendolo discutere così animatamente nell'Agorà, gli ateniesi lo scambiano per un sofista e lo bollano come un provocatore sfaccendato che si impiccia con invadenza dei fatti degli altri.

    Tre commedie in un solo anno si incentrano polemicamente sulla sua figura. Il commediografo Aristofane lo appende in una cesta, sospeso tra la terra e le nuvole, mentre disquisisce appassionatamente sulla natura delle scorreggie delle zanzare. Il presunto sapiente viene dunque dileggiato e messo in ridicolo. Ma di lì a poco il pensatore scalzo si prenderà una clamorosa rivincita: l'Oracolo di Delfi, una delle massime autorità della mitologia ateniese, lo definirà insospettabilmente l'uomo più sapiente di Grecia.

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  • La profezia della pitonessa

    La profezia della pitonessa

    La filosofia della Mangusta 02.03
    Oct 26 2021

    Capitolo II - Socrate

    Perché abbiamo bisogno di Socrate, oggi? Per imparare a pensare. Per diventare capaci di farci le domande giuste. Per difenderci. E non farci influenzare dai media, dalle mode e dalla propaganda. Per sviluppare in modo autonomo il nostro pensiero, anche se non è in linea con le opinioni della maggioranza. Per diventare coerenti, più consapevoli dei nostri comportamenti. Per avvicinarci alla verità. Per tutelare la nostra privacy e le nostre diversità. Per accrescere la fiducia in noi stessi. Perché sotto la sua guida tutti possiamo diventare filosofi. Per superare i regionalismi; Socrate era un pensatore "globale" che a chi gli chiedeva da dove provenisse, rispondeva: "Non sono un cittadino di Atene, ma un cittadino del mondo".

    Episodio 3 - La profezia della pitonessa

    Attraversa la città a piedi nudi, attacca bottone con tutti, li disorienta e li mette in crisi. È comprensibile che Socrate non goda di buona fama ad Atene, almeno sino a quando La Pizia dell'Oracolo di Delfi, interrogata da Cherofonte, un conoscente del maestro, sentenzia che è lui, Socrate, l'uomo più sapiente di Grecia "perché è l'unico che sa di non sapere".

    Lo stesso Socrate è il primo a stupirsene: perché mai l'Oracolo ha detto questo? Ma anzitutto: cos'è l'oracolo di Delfi? Un tempio consacrato al dio Apollo, collocato in una zona suggestiva della città, sulle pendici del monte Parnaso, dove, secondo la mitologia greca, il Cielo (Urano) e la Terra (Gaia) erano soliti accoppiarsi. Lì dentro, tra fumi e vapori, si celebravano divinazioni che una sacerdotessa vergine, chiamata Pizia o Pitonessa, invoca urlando. Le sue parole vengono immediatamente trascritte e interpretate dai cinque sacerdoti che controllano l'Oracolo, i quali successivamente le comunicano ai cittadini. Socrate viene così incaricato indirettamente della missione più alta, quella di cercare di trasmettere la conoscenza e la verità ai cittadini. Sua moglie può esser fiera di lui. Ma quale? Perché pare che il Maestro, di mogli, ne avesse addirittura due...

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  • La dotta ignoranza

    La dotta ignoranza

    La filosofia della Mangusta 02.04
    Oct 26 2021

    Capitolo II - Socrate

    Perché abbiamo bisogno di Socrate, oggi? Per imparare a pensare. Per diventare capaci di farci le domande giuste. Per difenderci. E non farci influenzare dai media, dalle mode e dalla propaganda. Per sviluppare in modo autonomo il nostro pensiero, anche se non è in linea con le opinioni della maggioranza. Per diventare coerenti, più consapevoli dei nostri comportamenti. Per avvicinarci alla verità. Per tutelare la nostra privacy e le nostre diversità. Per accrescere la fiducia in noi stessi. Perché sotto la sua guida tutti possiamo diventare filosofi. Per superare i regionalismi; Socrate era un pensatore "globale" che a chi gli chiedeva da dove provenisse, rispondeva: "Non sono un cittadino di Atene, ma un cittadino del mondo".

    Episodio 4 - La dotta ignoranza

    Socrate utilizza un mezzo d'approccio insolito: ferma le persone per strada e, dopo averle incalzate con domande stringenti e conclusioni lucide, cerca di ribaltarne le convinzioni. Il suo metodo è mosso da una necessità urgente, quello di far riflettere le persone, facendo prender loro coscienza dei loro limiti e aiutandole a pensare secondo ragione, poiché, secondo quanto ha sentenziato l'Oracolo di Delfi: "il vero sapere è il sapere di non sapere". Questo diventa dunque il motto principale del metodo della "dotta ignoranza" che Socrate vuole estendere ai propri interlocutori.

    Nel dialogo infatti Socrate finge, con ironia, di accogliere le idee degli intervistati, ma poi, attraverso un procedimento dialettico, procede alla confutazione di tutte le loro tesi, evidenziando così la debolezza delle loro idee, inducendoli a prendere atto della loro ignoranza e spingendoli a ricercare le risposte corrette. Socrate esercita l'arte di far partorire la verità. Come la madre, levatrice, aiutava a partorire le donne, così Socrate, l'indagatore, aiuta gli uomini a dare alla luce la verità. Un'arte nobile che però non sembrano apprezzare né le sue mogli, né gli intervistati e nemmeno, fatto assai più grave (per lui), i Trenta Tiranni che governano Atene.

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  • La tunica ribelle

    La tunica ribelle

    La filosofia della Mangusta 02.05
    Oct 26 2021

    Capitolo II - Socrate

    Perché abbiamo bisogno di Socrate, oggi? Per imparare a pensare. Per diventare capaci di farci le domande giuste. Per difenderci. E non farci influenzare dai media, dalle mode e dalla propaganda. Per sviluppare in modo autonomo il nostro pensiero, anche se non è in linea con le opinioni della maggioranza. Per diventare coerenti, più consapevoli dei nostri comportamenti. Per avvicinarci alla verità. Per tutelare la nostra privacy e le nostre diversità. Per accrescere la fiducia in noi stessi. Perché sotto la sua guida tutti possiamo diventare filosofi. Per superare i regionalismi; Socrate era un pensatore "globale" che a chi gli chiedeva da dove provenisse, rispondeva: "Non sono un cittadino di Atene, ma un cittadino del mondo".

    Episodio 5 - La tunica ribelle

    Alla base di ogni autentica vocazione filosofica c'è sempre dietro una specie di ribellione esistenziale. Un filosofo può essere considerato tale solo quando scosta il velo dell'abitudine e prova a guardare il mondo da un'altra prospettiva, scoprendo qualcosa di nuovo riguardo agli avvenimenti della vita e sfidando i luoghi comuni e le abitudini del pensiero. Socrate lo fa, convinto d'esser guidato da un demone buono, ossia da una "voce" interiore, che gli consiglia di agire secondo i principi di ragione, opportunità e moralità.

    Nell'antica Grecia, con il termine "dàimon" s'intendeva un essere intermedio tra l'uomo e la divinità, dotato di natura benigna (o maligna), in buona sostanza un genio, un'entità vivente in un mondo "sottile", ma collegato in qualche modo, al piano "materiale" dell'essere. Una "forza" metafisica, dotata di una propria consapevolezza e di un'identità non comparabile con quella umana, ma avente la capacità d'incidere sulle cose degli uomini. Con l'aiuto di questa entità Socrate non ha paura delle aporie, quella sorta di "vicoli ciechi" della ragione che conducono la riflessione su un binario morto, ma al contrario se ne serve per andare al di là delle vecchie concezioni dell'abitudine. Questi rompicapo, queste "impasse" logiche lo stimolano piuttosto a cercare la verità, attraverso qualsiasi impercettibile fessura che alla fine possa condurci alla meta.

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  • Lo sguardo obliquo del filosofo

    Lo sguardo obliquo del filosofo

    La filosofia della Mangusta 02.06
    Oct 26 2021

    Capitolo II - Socrate

    Perché abbiamo bisogno di Socrate, oggi? Per imparare a pensare. Per diventare capaci di farci le domande giuste. Per difenderci. E non farci influenzare dai media, dalle mode e dalla propaganda. Per sviluppare in modo autonomo il nostro pensiero, anche se non è in linea con le opinioni della maggioranza. Per diventare coerenti, più consapevoli dei nostri comportamenti. Per avvicinarci alla verità. Per tutelare la nostra privacy e le nostre diversità. Per accrescere la fiducia in noi stessi. Perché sotto la sua guida tutti possiamo diventare filosofi. Per superare i regionalismi: Socrate era un pensatore "globale" che a chi gli chiedeva da dove provenisse, rispondeva: "Non sono un cittadino di Atene, ma un cittadino del mondo".

    Episodio 6 - Lo sguardo obliquo del filosofo

    Socrate non lascia niente di scritto. Non ama la scrittura, non gli è congeniale, la considera come il prodotto di un percorso solitario che ha la pretesa di diventare un manifesto assoluto. Crede di più nel dialogo, nella forza della parola che, con la sua potenza evocativa, permette di andare alla ricerca della verità e di avvicinarsi a lei, quanto più è possibile. Del resto nemmeno Gesù e Buddha hanno mai scritto. Di loro hanno parlato i discepoli, spesso nemmeno contemporanei. Perché il loro compito non è mai stato quello di far diventare più istruite le persone, ma piuttosto quello di formarle.

    Socrate crede nel contatto umano e nello sguardo. Nel "Simposio" Platone dice che quando Socrate guardava i suoi "intervistati", li osservava dal basso in alto, esercitando il tipico "sguardo obliquo" che contraddistingue i "curiosi dello spirito" che vogliono indagare sulla controparte. È uno sguardo fuori prospettiva, che cerca di mettere a fuoco le cose, senza mai guardare dritto nel centro, perché sa che è inutile osservare il mondo con il centro della pupilla, se si vuole scovare qualcosa di sconosciuto, nel suo sfuggente dispiegarsi. Socrate è mosso da una passione genuina verso il suo interlocutore, deve conoscerlo, per tuffarsi con lui nel Mare dei Grandi Dubbi e guidarlo verso le rive della consapevolezza. E lo fa grazie all'acume di quello sguardo "obliquo", che diventa così il simbolo stesso della conoscenza.

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  • Una morte da star

    Una morte da star

    La filosofia della Mangusta 02.07
    Oct 26 2021

    Capitolo II - Socrate

    Perché abbiamo bisogno di Socrate, oggi? Per imparare a pensare. Per diventare capaci di farci le domande giuste. Per difenderci. E non farci influenzare dai media, dalle mode e dalla propaganda. Per sviluppare in modo autonomo il nostro pensiero, anche se non è in linea con le opinioni della maggioranza. Per diventare coerenti, più consapevoli dei nostri comportamenti. Per avvicinarci alla verità. Per tutelare la nostra privacy e le nostre diversità. Per accrescere la fiducia in noi stessi. Perché sotto la sua guida tutti possiamo diventare filosofi. Per superare i regionalismi; Socrate era un pensatore "globale" che a chi gli chiedeva da dove provenisse, rispondeva: "Non sono un cittadino di Atene, ma un cittadino del mondo".

    Episodio 7 - Una morte da star

    Socrate è un tipo scomodo che a causa della sua passione etica e della sua indipendenza di pensiero finisce per indispettire due governi. Ma la cosa non lo spaventa, ha un progetto ambizioso in mente: vuole cambiare la testa dei suoi concittadini, renderli meno pigri e conformisti e guidarli alla ricerca della verità.

    A causa di ciò Anito e Meleto, due loschi figuri, lo denunciano, accusandolo di corrompere i giovani e di voler introdurre nuove divinità nel paese, ossia il "demone" da cui Socrate va dicendo in giro d'esser guidato. Il tribunale di Atene procede d'ufficio. Socrate rifiuta la difesa del grande oratore Lisia e decide di esporre personalmente le sue ragioni. La scelta viene vista con sospetto dai giurati e interpretata come un gesto di supponenza. La giuria pertanto, alla fine, emette un verdetto di colpevolezza, pena prevista la morte.

    Gli offrono però una via d'uscita: viene invitato a versare un'ammenda di 30 mine, che i suoi discepoli, Platone in testa, sarebbero disposti a pagare, ma il Maestro rifiuta. Gli viene allora proposto l'esilio. Ma lui fa una controproposta provocatoria: chiede di essere nutrito a spese dello Stato, per l'opera meritoria che sta svolgendo per la cittadinanza. La condanna diventa inevitabile. Il filosofo preferisce diventare un martire della libertà di pensiero, piuttosto che un anonimo "spettatore" della propria vita, costretto a scendere a compromessi. La Storia gliene renderà merito. Ma la cicuta, insensibile alla gloria, lo uccide.

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  • Socrate non è mai esistito?

    Socrate non è mai esistito?

    La filosofia della Mangusta 02.08
    Oct 26 2021

    Capitolo II - Socrate

    Perché abbiamo bisogno di Socrate, oggi? Per imparare a pensare. Per diventare capaci di farci le domande giuste. Per difenderci. E non farci influenzare dai media, dalle mode e dalla propaganda. Per sviluppare in modo autonomo il nostro pensiero, anche se non è in linea con le opinioni della maggioranza. Per diventare coerenti, più consapevoli dei nostri comportamenti. Per avvicinarci alla verità. Per tutelare la nostra privacy e le nostre diversità. Per accrescere la fiducia in noi stessi. Perché sotto la sua guida tutti possiamo diventare filosofi. Per superare i regionalismi; Socrate era un pensatore "globale" che a chi gli chiedeva da dove provenisse, rispondeva: "Non sono un cittadino di Atene, ma un cittadino del mondo".

    Episodio 8 - Socrate non è mai esistito?

    Socrate sente di essere stato arruolato dal suo "demone" per risvegliare le pigre coscienze dei cittadini ateniesi. Per questo scende in piazza ogni mattina scalzo e con la tunica logora: per ottemperare all'urgenza del suo compito. E per questo non lascia scritto nulla; si domanda che senso abbia perder tempo a buttar giù nero su bianco, quando la cittadinanza ha bisogno della sua presenza in ogni istante. Il filosofo scalzo non sa che sarà proprio questa convinzione a penalizzarlo nei secoli. Perché Platone, il suo allievo prediletto, ne tradirà generosamente gli intenti, dipingendolo non come realmente era, ma come gli sarebbe piaciuto che fosse, idealizzandolo al punto tale che la critica moderna si chiederà se Socrate sia mai esistito o se non sia stato piuttosto una finzione letteraria, tratta dalle opere dei sofisti, dei cirenaici, dei megarici e dei post-eleatici del tempo.

    Un "fake" insomma, un nome fittizio in cui racchiudere tutte le esperienze filosofiche del tempo, come accadrà per Omero (che gli fu precedente) e Shakespeare. Tuttavia l'ipotesi, per quanto interessante dal punto di vista storico, è del tutto irrilevante sul piano sostanziale. Che il Re dei sapienti sia esistito o meno non ha più alcuna importanza, la sua figura incarna il simbolo dello spirito libero che cerca insistentemente la verità, contro tutto e tutti. In poche parole Socrate è l'emblema stesso della filosofia.

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