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  • Il senso della vita

    Il senso della vita

    La filosofia della Mangusta 01.01
    Oct 26 2021

    Capitolo I - A che serve la filosofia?

    A che serve la filosofia? È presto detto: a comprendere la vita! E c'è bisogno di lei, per osservare ciò che ci succede intorno? No, ma c'è bisogno di lei per comprendere quello che la vita nasconde ai nostri occhi. Già, perché le nostra vita è piena di dettagli incongrui che la nostra coscienza cancella, perché siamo attirati dalla logica: le assurdità ci spaventano, quindi la nostra mente distorce la realtà, la semplifica, eliminando tutto quello che di inappropriato non si adatta al racconto logico. Ecco, a cosa serve la filosofia: a svelare quello che c'è dietro. E a non ingannarci. Che volete di più?

    Episodio 1 - Il senso della vita

    La filosofia è mossa dalla curiosità che è una specie di tensione naturale che trae origine dal desiderio di conoscere. E cosa c'è di più interessante che conoscere la vita che ci gira intorno? Molti chiamano questo nostro desiderio di sapere scopo, altri lo definiscono la ricerca di un senso. Tuttavia non è una cosa semplice. Perché la realtà non è governata da un filo conduttore: non ha una trama lineare da poter seguire per filo e per segno.

    Per questo spesso ci sentiamo confusi, non riusciamo a trovare un senso, un significato, uno scopo preciso, vorremmo che qualcuno ci aiutasse a renderlo più chiaro. Ma non è facile. E anche con la storia del mondo noi facciamo così. Proviamo a costringerla dentro una narrazione logica, priva di contraddizioni e quando qualcosa non torna, ci piacerebbe che qualcuno mettesse ordine in quel Caos. Il punto è che è difficile comprendere le cose mentre accadono. È più facile capirle "dopo". Perché la nostra costruzione di un senso avviene in modo retrospettivo. Mentre la vita scorre sotto i nostri occhi in contemporanea, e dunque è piena di cose incomprensibili. Questo è il motivo per cui la gente ha cominciato a spiegare la vita con i racconti mitologici, prima di sviluppare un pensiero logico.

    Ma in questo modo il nostro cervello accantona gli aspetti più importanti della realtà, a tutto vantaggio di connessioni più logiche, che però non ci aiutano a capire. Questo accade perché noi esseri umani, tra un resoconto disordinato e una bella storia con un senso, scegliamo sempre la seconda. E la scegliamo perché ha un "senso", anche se il primo è più vero. Ma qui entra in campo la filosofia. Che non intende assecondare i desideri pigri del nostro cervello e lo sollecita al contrario a combattere i suoi principi automatici costringendolo a riflettere sulla vera natura delle cose. Ecco a cose serve la filosofia: a non trarre conclusioni affrettate sul mondo che ci circonda.

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    32 mins
  • Il virus della filosofia? Il luogo comune. Il suo vaccino? Pensare in modo diverso
    Oct 26 2021

    Capitolo I - A che serve la filosofia?

    A che serve la filosofia? È presto detto: a comprendere la vita! E c'è bisogno di lei, per osservare ciò che ci succede intorno? No, ma c'è bisogno di lei per comprendere quello che la vita nasconde ai nostri occhi. Già, perché le nostra vita è piena di dettagli incongrui che la nostra coscienza cancella, perché siamo attirati dalla logica: le assurdità ci spaventano, quindi la nostra mente distorce la realtà, la semplifica, eliminando tutto quello che di inappropriato non si adatta al racconto logico. Ecco, a cosa serve la filosofia: a svelare quello che c'è dietro. E a non ingannarci. Che volete di più?

    Episodio 2 - Il virus della filosofia? Il luogo comune. Il suo vaccino? Pensare in modo diverso

    Il "luogo comune" è uno strumento concettuale che si prefigge di interpretare la realtà, ma che si rivela una limitata scorciatoia cognitiva, attraverso il quale la maggioranza delle persone cerca di percepire il mondo. Il luogo comune sembra un posto tranquillo, soprattutto in un'epoca in cui le evidenze scarseggiano, ha le apparenze di un approdo sicuro.

    Ma invece è la bestia nera di ogni filosofo, il nemico di tutti i pensatori, il Dart Fener di tutti gli esploratori della mente. Perché regalando in offerta gratuita al nostro cervello una miriade di concetti risaputi, che si adattano a tutte le circostanze, non gli fa compiere grandi sforzi. Il luogo comune fa credere alle persone di essere il rappresentante dell'"ordine perfetto e naturale delle cose", ma è un fake, è solo il pensiero originale, quello prodotto dall'intelletto, che si interroga e cerca insistentemente, quello che fa compiere un balzo in avanti agli uomini.

    Il luogo comune invece è una palude e, quando una persona sprofonda in quella palude, è improbabile che riesca a uscirne, è difficile che possa riacquistare la propria originalità di pensiero, la propria indipendenza, la propria preziosa individualità. Diventa prigioniera delle opinioni scontate, delle chiacchiere da bar, ne diventa succube e dopo un po' si trasforma in "massa".

    Nel luogo comune poi, vige e prospera lo Stereotipo. Un tizio inespressivo, sordo ma chiacchierone, dalla visione semplificata su tutto, un soggetto la cui presenza costituisce da sola motivo di fastidio o di fuga.

    Ecco, il pensiero filosofico ha il potere di liberarci da tutti questi luoghi e tipi fastidiosi, ci permette di avviarci all'aria aperta, là dove desideriamo andare e di costruire una relazione più significativa col mondo. Operazione necessaria quando si vuole che avvenga un qualsiasi cambiamento in meglio. Che possa portare avanti questo globo verde-azzurro, su cui tutti abbiamo, per il momento, la fortuna di abitare.

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    26 mins
  • All'inseguimento della verità assoluta o alla ricerca delle verità relative?
    Oct 26 2021

    Capitolo I - A che serve la filosofia?

    A che serve la filosofia? È presto detto: a comprendere la vita! E c'è bisogno di lei, per osservare ciò che ci succede intorno? No, ma c'è bisogno di lei per comprendere quello che la vita nasconde ai nostri occhi. Già, perché le nostra vita è piena di dettagli incongrui che la nostra coscienza cancella, perché siamo attirati dalla logica: le assurdità ci spaventano, quindi la nostra mente distorce la realtà, la semplifica, eliminando tutto quello che di inappropriato non si adatta al racconto logico. Ecco, a cosa serve la filosofia: a svelare quello che c'è dietro. E a non ingannarci. Che volete di più?

    Episodio 3 - All'inseguimento della verità assoluta o alla ricerca delle verità relative?

    La filosofia vuole andare alla ricerca della "Verità". Ma perché esiste davvero una Verità Assoluta? Una verità totale e onnicomprensiva in grado di spiegare ogni cosa: i fenomeni dell'universo, della natura, dei sentimenti, della politica? Beh se esistesse sarebbe facile vivere: basterebbe dedicare tutti i nostri sforzi alla sua conoscenza e vivremmo una vita fantastica. Ma non è così. Dove possiamo scovare "la conoscenza il cui contenuto riflette la realtà oggettiva, in maniera assoluta"? Sarebbe un concetto infinito e la nostra mente può pensare solo in termini di finito.

    Dunque come possiamo sperare di comprendere la Verità Assoluta? Impossibile. Non a caso Socrate vi ha rinunciato e Kant chiamava questo spazio l'inconoscibile o la "cosa in sé". Tuttavia qualcuno l'ha fatto, anche se ha dovuto abbandonare la strada familiare del logico e del comprensibile per entrare nel misterioso quartiere dell'ignoto, quello che gli orientali chiamano "il mondo delle illuminazioni", dove per far luce, bisogna spegnere quella della ragione.

    Ma se invece non siamo pronti per questo viaggio e vogliamo ugualmente muoverci su questo pianeta con consapevolezza, cosa dobbiamo fare? Beh, in questo caso dobbiamo andare a caccia delle tante verità relative. Ma come? Affrontando un problema filosoficamente e cercando di applicarvi la soluzione che appare più congrua alla ragione. Ovviamente non rintracceremo la verità assoluta ma la migliore possibile per quella circostanza.

    Delusi? Si? Tuttavia riflettiamo: se la nostra mente avesse il potere di spiegare l'Universo e di contenere l'eternità, tutte la nostra vita sociale risulterebbe risaputa, insufficiente a soddisfare le nostre smisurate esigenze! Il mondo nel quale viviamo ci sembrerebbe un vecchio giocattolo antiquato. Di una noia stucchevole! Solo un mondo dalle caratteristiche "infinite" potrebbe soddisfarci. Giacché l'illimitato può essere appagato solo dall'illimitato. Meglio così, non vi pare?

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    21 mins
  • Corpo e mente: due concetti distinti o uno solo?

    Corpo e mente: due concetti distinti o uno solo?

    La filosofia della Mangusta 01.04
    Oct 26 2021

    Capitolo I - A che serve la filosofia?

    A che serve la filosofia? È presto detto: a comprendere la vita! E c'è bisogno di lei, per osservare ciò che ci succede intorno? No, ma c'è bisogno di lei per comprendere quello che la vita nasconde ai nostri occhi. Già, perché le nostra vita è piena di dettagli incongrui che la nostra coscienza cancella, perché siamo attirati dalla logica: le assurdità ci spaventano, quindi la nostra mente distorce la realtà, la semplifica, eliminando tutto quello che di inappropriato non si adatta al racconto logico. Ecco, a cosa serve la filosofia: a svelare quello che c'è dietro. E a non ingannarci. Che volete di più?

    Episodio 4 - Corpo e mente: Due concetti distinti o uno solo?

    Come sappiamo da Aristotele in poi, il nostro corpo è un'unità indipendente in cui le parti sono in relazione funzionale le une con le altre. Il corpo si compone di uno scheletro, poi di tessuti vari, del sangue e del cervello che contiene lo spirito cosciente, la ragione, l'intelletto, diciamo, la materia pensante. Tutti questi elementi sono inseparabili. E sono inscindibili dall'ambiente fisico, chimico e psicologico nel quale sono immersi.

    Il corpo si muove in un ambiente favorevole che gli permette di vivere. Tra l'uomo e il suo ambiente esistono dunque relazioni funzionali molto strette. E noi ce ne approfittiamo. Usando il corpo nelle sue accezioni migliori. Lo curiamo, lo nutriamo, lo alleniamo, lo decoriamo, lo massaggiamo, gli diamo sollievo con le pratiche dell'amore. In nessuna epoca il corpo ha goduto di smodate attenzioni come in questa. Ma il corpo può agire solo se riceve impulsi. E da chi o da cosa riceve impulsi? Sì, insomma cos'è che ci dà piacere o ci fa soffrire? A queste mansioni è adibita la coscienza, lo spirito o intelletto. Ma che cosa è esattamente questo spirito, di cui si parla tanto in filosofia?

    I Greci lo chiamavano "psiche" ed è di difficile traduzione, alcune branche dello scibile lo chiamano per l'appunto "coscienza", altre più semplicemente cervello, alcune preferiscono ancora chiamarlo "anima". Insomma quale che sia il suo nome, esso è l'intermediario tra il mondo reale e ciò che non conosciamo. Accade però che di questo prezioso intermediario gli individui se ne preoccupino sempre meno, non lo riempiano delle stesse attenzioni che dedicano al corpo. Questa mancanza di cure non ne favorisce lo sviluppo, al punto che questa strana energia, la si voglia chiamare spirito, coscienza o cervello è diventati per alcuni un concetto superfluo. Eppure questo termine possiede un significato importante, che ha ispirato molte opere nell'arco della storia dell'uomo. Le più significative. La filosofia lo ha ben presente. Anche noi ogni tanto dovremmo ricordarcelo.

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    37 mins
  • La ricerca di Dio: Il grande spirito

    La ricerca di Dio: Il grande spirito

    La filosofia della Mangusta 01.05
    Oct 26 2021

    Capitolo I - A che serve la filosofia?

    A che serve la filosofia? È presto detto: a comprendere la vita! E c'è bisogno di lei, per osservare ciò che ci succede intorno? No, ma c'è bisogno di lei per comprendere quello che la vita nasconde ai nostri occhi. Già, perché le nostra vita è piena di dettagli incongrui che la nostra coscienza cancella, perché siamo attirati dalla logica: le assurdità ci spaventano, quindi la nostra mente distorce la realtà, la semplifica, eliminando tutto quello che di inappropriato non si adatta al racconto logico. Ecco, a cosa serve la filosofia: a svelare quello che c'è dietro. E a non ingannarci. Che volete di più?

    Episodio 5 -La ricerca di Dio: Il grande Spirito

    La ricerca di un Dio è probabilmente una conseguenza necessaria della struttura del nostro Spirito. L'uomo ebreo attende il Messia, l'uomo arabo lo ha trovato in Allah. Per i nativi Americani era "Wakan Tanka". L'uomo indiano crede in Brahma. L'uomo cristiano ha trovato nel Gesù di Nazareth il Dio sublime e familiare che ci voleva per lui. Abbiamo tutti bisogno di comprendere il mondo. E di essere confortati nelle nostre paure, rivolgendoci all' Assoluto.

    Ognuno lo fa come ritiene più idoneo. Certo, il "primo motore immobile" di Aristotele suonava un po' asettico. Socrate diceva di credere nella ragione, nel Logos. Questa Ragione Creatrice, che qualcuno chiama Dio, sembra che tratti la materia così come lo farebbe un matematico. Qualcuno pensa che per sua volontà la Natura abbia realizzato l'essere umano, altri pensano che siano sciocchezze. Darwin spiega la cosa dettagliatamente nel suo "Origine della specie". Ma Newton ed Einstein ( mica Stanlio e Ollio) credevano che il cosmo fosse il prodotto di una intelligenza creatrice. Eppure, l' ipotesi di un Disegno Intelligente non ha mai convinto del tutto i fisici, gli astronomi e molti filosofi; e nemmeno l'uomo medio, più disposto a vedere la divinità in forma di "amico" con cui confidarsi, piuttosto che come un Ente impersonale.

    Epicuro credeva negli dei, ma pensava che vivessero nell'"Intermundia", una sorta di campionato sospeso tra un mondo ed un altro. Seneca era uno stoico, quindi credeva nella Provvidenza Divina e nel "Disegno Intelligente". Schopenhauer è un orientalista ateo, ma ha fiducia nella reincarnazione e crede nel nirvana. Montaigne è uno scettico, vede nella gioia e nella salute lo strumento divino. H. D. Thoreau è un mistico trascendentalista che crede nella religione di Spinoza: Dio è Natura. Nietzsche, figlio di pastori protestanti, è un curioso apostata che annuncia "la morte di Dio", ma poi finisce per proclamare la religione terrena dell'Oltreuomo, annunciata da un profeta, Zarathustra, che poi è lui stesso.

    Insomma la filosofia, offre una serie di varianti infinite al problema dell'Assoluto. Che può essere considerato un'espressione strutturale dello spirito umano, che si sviluppa da individuo a individuo. Parlare di filosofia può essere un motivo per cercare di farsi una personale opinione in proposito. Non è poco.

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    33 mins
  • Il cacciatore di testi (filosofici): Da quali cominciare?
    Oct 26 2021

    Capitolo I - A che serve la filosofia?

    A che serve la filosofia? È presto detto: a comprendere la vita! E c'è bisogno di lei, per osservare ciò che ci succede intorno? No, ma c'è bisogno di lei per comprendere quello che la vita nasconde ai nostri occhi. Già, perché le nostra vita è piena di dettagli incongrui che la nostra coscienza cancella, perché siamo attirati dalla logica: le assurdità ci spaventano, quindi la nostra mente distorce la realtà, la semplifica, eliminando tutto quello che di inappropriato non si adatta al racconto logico. Ecco, a cosa serve la filosofia: a svelare quello che c'è dietro. E a non ingannarci. Che volete di più?

    Episodio 6 - Il cacciatore di testi (filosofici): Da quali cominciare?

    Leggere i testi è indispensabile per avvicinarsi alla filosofia. Sì d'accordo, ma da quali cominciare? Il loro numero è sconfinato, gli argomenti sono tra i più disparati: quali sono i parallelepipedi cartacei che possono costituire un approccio utile alla Filosofia? Naturalmente la scelta è soggettiva e ognuno potrebbe suggerire i titoli che ritiene più giusti. Si può cominciare dalle opere divulgazione e poi passare ai capolavori. Che so : "I Dialoghi di Platone" o "Le lettere a Lucilio" di Seneca. A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi: ok vada per i classici, ma leggere di filosofia (sarebbe più corretto dire "studiare") porta via tempo e comporta fatica, perché mai dovremmo farlo?

    Lo abbiamo già detto, ma vale la pena ripeterlo: perché una mente allenata dai migliori cervelli della filosofia, diventa una mente abituata a riflettere sui problemi più difficili che l'intelletto umano si sia mai posto. E come è possibile che una mente così si trovi poi in difficoltà a risolvere i problemi che la vita ogni giorno gli pone davanti agli occhi? Potrebbe accadere, certo, ma immaginate quanto sareste più "in crisi" se non aveste letto nulla? Soltanto quando vi sentite sufficientemente attrezzati, potete passare allora alla "Critica della ragion Pura" di Kant. O a Wittgenstein.

    Insomma, un procedimento graduale quello della filosofia, così come si fa per il rock, per il jazz, per la letteratura o per la musica classica. Questo è uno degli straordinari effetti della filosofia. Si comincia per curiosità, quindi si avanza per gradi, così come fanno gli scalatori. Alla fine si vuol salire sull' Everest (se qualcuno non ci ferma prima). A questo proposito è bene sapere che l'altitudine provoca scompensi e che si possono ottenere proficue soddisfazioni anche attraverso la lettura di una buona raccolta di aforismi. Propongo senz'altro in questo caso: Seneca, Montaigne e Nietzsche. Buona lettura.

    P.S C'è una categoria di persone a cui la filosofia proprio non è consigliata: alle persone schiave dei luoghi comuni, quelle che sono riluttanti ad ogni cambiamento e a cui non interessa andare in cerca della verità delle cose. Se siete così lasciate perdere. Ma se siete arrivati sin qui, non siete così. Ecco, questo è un assioma filosofico.

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    26 mins