Quanto sono interrelate la storia della Terra e la storia dell'umanità? L'uomo è davvero la specie in cima alla piramide della vita? Con quale diritto ha conquistato questa posizione? L'utilizzo smisurato delle risorse dove ci porterà?
Queste solo alcune delle domande a cui il genetista Guido Barbujani e il geologo Mario Tozzi provano a dare una risposta, in un dialogo avvincente, fatto di punti di incontro e di scontro, di curiosi aneddoti e nuove scoperte scientifiche. Da due posizioni diverse ma complementari (quella dell'essere umano da un lato e quella del pianeta dall'altro) ricostruiranno La nostra grande storia, intrecciando la storia dell'uomo, iniziata milioni di anni fa in Africa quando i nostri lontani antenati sono scesi dagli alberi avventurandosi a passo ancora incerto nel grande mondo, con la storia della Terra, le sue trasformazioni e le vicende della geosfera e della biosfera - delle rocce e della materia vivente - che ha trasformato il globo in qualcosa di unico nel Sistema solare, se non nel cosmo intero.
Un racconto a due voci che in tono vivace e approccio scientifico mette in luce curiosità sui fenomeni naturali e sui comportamenti umani, sfata alcuni falsi miti, e lancia interessanti spunti di riflessione sulla nostra specie, sul concetto di evoluzione, razza, ecosistema, sulle straordinarie risorse e le pericolose minacce del nostro pianeta, i punti di forza e le debolezze dell'essere umano. Un podcast di Frame-Festival della Comunicazione.
Verso le Americhe (20.000 - 5.000 anni fa)
Il primo viaggio in America, noi sapiens, l'abbiamo fatto a piedi. Molto prima dei viaggi di Colombo: e non siamo arrivati da est, dall'Europa, ma da ovest, dalla Siberia. Provenendo dalle zone calde dell'Africa, i nostri antenati si sono adattati con stupefacente rapidità alle temperature rigide del nord, e poi, passati nel nord America, hanno iniziato una rapida discesa verso sud, fin agli estremi confini della Patagonia. Nella loro migrazione i sapiens lasciarono numerose tracce delle prime forme di arte preistorica (si pensi alla Cueva de las manos, in Patagonia). Per arrivare alle formidabili espressioni artistiche delle culture mesoamericane, gli Olmechi e poi i Toltechi, e i Maya e gli Aztechi, bisognerà aspettare fino al XV secolo avanti Cristo, cioè all'epoca in cui nel Mediterraneo fiorisce la civilizzazione micenea.
Ma intanto queste prime rappresentazioni sono la prova che, anche queste popolazioni, che vivevano in condizioni difficili, in mezzo a una natura ostile, questi discendenti di gente che nel corso delle generazioni ha coperto 12mila chilometri, dal centro dell'Asia alla fine del mondo, sentivano il desiderio di lasciare un segno di sé, qualcosa che andasse al di là della semplice sopravvivenza, qualcosa di duraturo e di bello. Nel frattempo, sapiens riesce a occupare anche l'ultimo lembo di terra emersa su cui non si era ancora riusciti a mettere piede: l'Oceania, anche se qui, a dire il vero, la diffusione della nostra specie ha richiesto parecchio tempo, perché le isole oceaniche si possono raggiungere solo disponendo di raffinate competenze nautiche, e sapendosi orientare. Un'altra sfida vinta dall'evoluzione umana.