Il ritorno dell'anima
Commenti a “Il Profeta” di Kahlil Gibran – Quarto volume
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Narrado por:
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Giorgio Perno
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Laura Righi
Acerca de este título
Collana: I Classici occidentali del risveglio
Si conclude con questo quarto volume il viaggio di comprensione sollecitato da Osho sull’onda delle intuizioni che Kahlil Gibran ha lasciato in dono all’umanità, nel suo capolavoro: Il Profeta.
Nel volume, Almustafà – il Profeta ideato da Gibran – parla dell’essere naturali, della Bellezza, della Religione e della religiosità, della Morte e della rinascita, ma soprattutto si dilunga nell’Addio, sollecitando a lasciare che tutto ciò di cui si è parlato rimanga come un seme nel cuore.
Osho infatti ricorda che “la vita è una scuola” ed è inevitabile che, a un certo punto, dentro ciascuno di noi si risvegli il ricercatore, proprio perché accade a tutti, nella routine quotidiana, di chiedersi se davvero la vita è tutta in quell’affannarsi e disperarsi, fare e rifare le stesse cose, ripetere gli stessi errori.
«L’uomo diventa un ricercatore nel momento in cui si rende conto che la vita mondana non può essere tutto, la vita deve contenere molto di più: devono esserci tesori di cui l’uomo non è consapevole; altrimenti, il semplice alzarti ogni mattina, mangiare, andare al lavoro e tornare a casa la sera... è come girare in tondo dalla culla alla tomba: pensi che questa routine sia vita? Pensi che possa far danzare e cantare il tuo cuore? Se hai un minimo d’intelligenza, ti rifiuterai di vivere unicamente in questa routine: non è vita, è un semplice vegetare.»
Da qui l’invito: «Smetti di vivacchiare! Impegnati, fa’ ogni sforzo per vivere, e per vivere quanto più ti è possibile in pienezza. Reclama questo tuo diritto!»
E il Maestro suggerisce di farlo subito, ricordando che «Non è la prima volta che avete incontrato un uomo come me: voi siete viandanti antichi. Forse alcuni tra voi sono stati con Gautama il Buddha; forse altri sono stati con Lao Tzu o con Gesù. Ma avete continuato a mancare tutte quelle opportunità, poiché non avete mai permesso al vostro cuore di essere ricettivo. Quegli illuminati vi inondavano di semi ma, poiché non eravate ricettivi, la loro semina non vi ha giovato.
Gli uomini che sono riusciti a realizzare il loro destino sono pochissimi! Eppure non avete niente da perdere…»
Il suggerimento torna a essere l’importanza di trasformare in esperienza ciò che le parole tratteggiano, realizzando la realtà di ciò che si è. E in quest’ottica, si può dire che «Non esiste altra religione al di fuori della realizzazione di ciò che giace addormentato nel tuo essere. E l’inizio è un’assenza di paura e una fiducia nell’esistenza.
Tu sei nato dall’esistenza, ma non riesci ad averne fiducia; respiri nell’esistenza in ogni istante, mangi e bevi l’esistenza, ma non riesci ad averne fiducia. Ebbene, di chi puoi fidarti?» Da qui l’accenno finale a un diverso destino, fondato su un’intima fiducia nell’esistenza.
La proprietà intellettuale di quest’opera è un copyright di OSHO International Foundation.
OSHO è un trademark di OSHO International Foundation.
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